10 leggi da tenere a mente nel lavoro e nella vita (2/2)

Tempo di lettura: 5 minuti

Continuiamo la rassegna di leggi e principi che è bene tenere a mente per una piena comprensione del mondo che ci circonda, mantenere una mente aperta e attiva e superare alcuni bias nei quali, involontariamente, possiamo incappare nel lavoro e nella vita.

Se non dovessi aver letto la prima parte, ti invito a farlo cliccando qui ma, come già detto, le leggi riportate di seguito verranno presentate e analizzate secondo l’ordine alfabetico e non definendo una scala di importanza poiché, data la loro natura universale, non è possibile definire in maniera univoca la maggiore rilevanza dell’una o dell’altra.

Da ultimo, prima di iniziare, ricordo che lo spunto per questo breve memorandum nasce da una pagina GitHub, scritta da Dave Kerr.

Buona lettura!

La legge di Amara (o hype cycle)

Tendiamo a sovrastimare l'effetto di una tecnologia nel breve periodo e a sottostimarne l'effetto nel lungo periodo.

Questa legge fa coppia con l’effetto Dunning Kruger visto precedentemente infatti l’andamento tra i due è molto simile (come si può vedere dall’immagine precedente). All’inizio si cade sempre preda dell’entusiasmo e dell’hype, le aspettative sull’utilizzo di una nuova tecnologia o di un nuovo metodo di lavoro crescono molto velocemente fino ad un momento di picco. Con altrettanta velocità, però, crollano perché si scopre che, ad esempio, la tecnologia non è ancora sufficientemente matura, ha dei forti limiti rispetto alle nostre aspettative o, semplicemente, non siamo abbastanza preparati nell’adottarla. A questo punto, la reazione classica sta nel comprendere meglio il fenomeno per poterlo utilizzare nella maniera più efficiente e adatta ad aumentare la nostra produttività.

Come già detto, se al posto della parola “tecnologia” consideriamo la “metodologia”, ecco che si spiegano gli apparenti fallimenti nell’adozione di nuovi metodi di lavoro. Il segreto non si trova nella difficoltà di adottare (e affrontare) qualcosa di nuovo ma nel poco tempo che ci si è dati per comprendere a pieno il fenomeno.

Il rasoio di Occam

Le entità non devono essere moltiplicate senza necessità.

In altre parole, less is more. Questa indicazione strizza fortemente l’occhio al principio di Agile per il quale bisogna massimizzare il lavoro non svolto. Cerchiamo di ridurre gli sprechi di tempo e di energia per concentrarci sul fornire soluzioni migliori ai problemi. Evitiamo di sovranalizzare e rendere eccessivamente complesse situazioni che non hanno alcun senso di esserlo.

In questo modo otterremo risultati migliori, in meno tempo e potremo sempre disporre di più energia per ciò che realmente conta (sia nella vita che nel lavoro).

La legge di Parkinson

Il lavoro si espande in modo da riempire il tempo disponibile per il suo completamento.

Questa frase ha implicazioni molto pratiche nelle nostre vite. Quante volte, prima di un esame, ci siamo trovati a fare delle corse matte all’ultimo secondo? Quante volte abbiamo definito che per svolgere un compito avremmo impiegato un determinato lasso di tempo e così è effettivamente stato?

Gli intervalli di tempo che definiamo, spesso, sono esattamente quelli che ci servono per svolgere un determinato compito. Ciò avviene non perché siamo bravi a fare previsioni ma perché tendiamo ad essere molto più produttivi ed efficaci con l’avvicinarsi di una scadenza. L’insegnamento che possiamo trarne, quindi, è: nei limiti di ciò che è ragionevole, definiamo intervalli temporali più stretti per svolgere determinate attività; le porteremo a termine ugualmente e con il medesimo risultato.

La legge di Putt

La tecnologia è dominata da due tipi di persone, quelle che capiscono ciò che non gestiscono e quelle che gestiscono ciò che non capiscono.

seguito dal suo corollario

Ogni gerarchia tecnica, col tempo, sviluppa un'inversione di competenze.

In altre parole, stiamo attenti e conosciamo bene chi abbiamo davanti per riuscire a comunicare al meglio con loro. Per fare ciò, però, dobbiamo essere consci del fatto che non tutti dispongano della medesima base culturale seppur condividano il controllo di una data tecnologia con altre persone nettamente più preparate dal punto di vista tecnico.

Volendo trarre un insegno da utilizzare per se stessi, non confondiamo il grado di potere, influenza e controllo che si ha su una tecnologia (o una conoscenza in generale) con il tasso di conoscenza tecnica. Le due cose potrebbero non coincidere e, nel caso in cui il primo sia più elevato del secondo, dovremo stare attenti e rinforzare le fondamenta sulle quali abbiamo costruito il nostro castello di influenza.

La legge dello strumento (legge di Kaplan)

Date a un bambino un martello e scoprirà che tutto ciò che incontra ha bisogno di essere martellato.

o nella (forse) più famosa formulazione di Maslow

Se tutto ciò che hai è un martello, tutto sembra un chiodo.

In altre parole, la legge suggerisce il fatto che le persone tendano a sfruttare al massimo le loro conoscenze e usino queste come unica lente per leggere e comprendere il mondo. Per provare a superare questo problema, dovremmo provare a dotarci di più strumenti possibili utilizzabili in un’ampia varietà di campi. In questo modo avremo sempre almeno due modi diversi per comprendere ed analizzare la stessa situazione e ridurremo il rischio di non analizzare correttamente (e completamente) ciò che accede attorno a noi. Nella relazione con gli altri questo è un monito; solo conoscendo quali siano le conoscenze su cui gli altri basano il loro pensiero, potremo comprendere a pieno il loro punto di vista.


P.S. Fino ad ora abbiamo visto le leggi che possono esserci utili per comprendere meglio l’agire delle persone attorno a noi ma non è finita qui. La guida continua con altri 5 princìpi che vedremo nel prossimo articolo.

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