10 leggi da tenere a mente nel lavoro e nella vita (1/2)

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L’idea di questa piccola guida nasce dalla lettura di una pagina GitHub, scritta da Dave Kerr e scoperta grazie alla newsletter All about Data (di Alberto Danese), nella quale vengono elencati i principi e le leggi che dovrebbero guidare gli sviluppatori (e gli informatici in generale) nella realizzazione dei loro progetti. Questi postulati, però, possono essere tenuti a mente da tutti perché risultano utili per una piena comprensione del mondo che ci circonda, permettono di mantenere una mente aperta e attiva e aiutano a superare alcuni bias nei quali, involontariamente, possiamo incappare nel lavoro come nella vita.

Le leggi riportate di seguito verranno presentate e analizzate secondo l’ordine alfabetico e non definendo una scala di importanza poiché, per la loro natura universale, non è possibile definire in maniera univoca la maggiore rilevanza dell’una o dell’altra.

L’effetto Dunning-Kruger

Se siete incompetenti, non potete sapere di esserlo... Le abilità necessarie per produrre una risposta giusta sono esattamente le abilità necessarie per riconoscere cosa sia una risposta giusta.

Quello che potremmo definire come la “vasca da bagno” della conoscenza è il fenomeno a cui tutti andiamo in contro ogni volta che iniziamo ad imparare qualcosa. Ci appassioniamo ad un argomento, ci sembra di conoscerlo sempre più a fondo e di apprendere molto velocemente; dopo poco tempo tutto ci sembra chiaro fino a che… Tutto ci appare assolutamente complesso e misterioso. Ma come?! Fino a ieri mi sembrava tutto così comprensibile e adesso… Non dobbiamo avere paura, anzi è da lì che possiamo iniziare a costruire una vera conoscenza. Unendo l’effetto Dunning-Kruger a quanto enunciato dalla legge di Pareto

Unendo l’effetto Dunning-Kruger a quanto enunciato dalla legge di Pareto tutto acquista molto più senso. Velocemente possiamo apprendere molti concetti (diciamo l’80%) ma la restante parte è quella che permette di collegare e comprendere tutti gli aspetti di una conoscenza, di unire tutti i puntini del sapere. Per arrivare a conoscere anche questa seconda porzione, però, il percorso è molto più lungo e, fino a che non l’avremo colta a pieno, vedremo solo i limiti e la fragilità del castello di conoscenza che abbiamo costruito.

A livello personale questo deve essere visto come uno sprone. In un mondo in cui tutti si fermano ad una conoscenza superficiale, approfondiamo ciò che ci interessa, solo così potremo comprendere come ogni punto sia collegato con un altro e come tutto possa avere una spiegazione logica e un rapporto di causa-effetto con qualcosa d’altro. Il percorso non è facile ma provare ad esplorarlo può sicuramente aiutare a crescere e a realizzare un cambio di paradigma, di punto dal quale osserviamo le cose.

La legge di Goodhart

Qualsiasi regolarità statistica osservata tenderà a crollare una volta che si esercita una pressione su di essa a fini di controllo.

forse più nota nella formulazione fatta da Marilyn Strathern

Quando una misura diventa un obiettivo, cessa di essere una buona misura.

Questa affermazione sembra essere fortemente collegata al solo mondo del lavoro e, in quanto tale, risulta facilmente comprensibile per chi opera in settori scientifico-tecnologici. Chiediamoci quindi cosa possiamo trarne a livello personale. La risposta potrebbe essere che ogni volta che definiamo una misura, un parametro per valutare la nostra crescita come persone, non dobbiamo prendere quello come target, non dobbiamo definire un valore al quale aspirare.

La misura, in quanto tale, serve ad indagare la realtà del fenomeno; non dobbiamo agire per rendere vera (rispondente ad un valore target) una misura ma essa deve essere mantenuta per analizzare il nostro procedere lungo una strada di miglioramento.

Il rasoio di Hanlon

Non attribuite mai alla malizia ciò che si spiega adeguatamente con la stupidità.

Alla luce dell’effetto Dunning-Kruger, questa legge risulta di facile comprensione. Ognuno di noi, dei nostri collaboratori, dei nostri amici e dei nostri familiari, percorre la strada della conoscenza a velocità differenti. Qualcuno ha iniziato a studiare prima un particolare fenomeno, qualcuno lo sta facendo con maggiore dedizione, ecc… Insomma, tutti siamo ad un livello differente di conoscenza e di consapevolezza. Avendo in mente tutto ciò, non dobbiamo stupirci se qualcuno commette errori che ai nostri occhi possono sembrare ingenui; quella persona sarà, semplicemente, più indietro rispetto a noi nel raggiungimento della piena conoscenza della materia. Più che arrabbiarci con questa persona dovremo chiederci “cosa posso fare per lui/lei affinché possa maturare più velocemente?”, “cosa posso fare per fargli conoscere ciò che so io?”.

Solo quando entrambi avrete raggiunto lo stesso livello di consapevolezza della materia potrete avere uno scambio di idee che sia il più pieno, onesto e fruttuoso possibile.

La legge di Hick

Il tempo di decisione cresce logaritmicamente con il numero di opzioni tra cui scegliere.

Avere tante opzioni tra le quali scegliere può essere ritenuta una cosa piacevole perché pensiamo di poter trovare esattamente quello che desideriamo. In realtà, spesso cadiamo in quello che gli psicologi chiamano paradosso della scelta quindi proveremo ansia, stress e difficoltà nell’assumere una decisione. Oltre a questo, però, perderemo anche un sacco di tempo perché cercheremo quello che soddisfa a pieno tutti i requisiti che poniamo e, a volte, rischieremo anche di non decidere nulla o di scegliere qualcosa che in realtà non ci interessa più di tanto. Questo avviene perché, dopo un po’, il nostro cervello si stanca nell’elaborare informazioni e va in tilt.

Pensiamo ad esempio a quante volte ci blocchiamo davanti alle scansie dei supermercati nello scegliere la marmellata che desideriamo. Se potessimo scegliere solo tra quella alla fragola e quella all’arancia, in meno di 5 secondi avremmo già messo tutto nel carrello e saremmo passati al prossimo elemento nella lista della spesa ma se avessimo altri dieci gusti tra cui scegliere e diverse marche che propongono gli stessi gusti, ecco che il processo decisionale richiederebbe molto più tempo.

Fortunatamente, però, le curve logaritmiche tendono ad un valore limite quindi il tempo per assumere la decisione non aumenta all’infinito, il problema è che già poche opzioni possono farci avvicinare drasticamente a quel valore “massimo”.

Come possiamo contrastare questo fenomeno? Cerchiamo di restringere il campo delle possibilità o definiamo criteri che siano il più possibile oggettivi in modo da meccanizzare il processo e velocizzare il processo decisionale.

La legge di Hofstadter

Ci vuole sempre più tempo del previsto, anche tenendo conto della legge di Hofstadter.

“I progetti non sono mai in tempo!” Questa è una delle tipiche frasi che tutti i responsabili di un progetto dicono ai clienti per motivare ritardi sulle consegne. “Eh sai, mi ci è voluto più del previsto per prepararmi.” E questa è una delle tipiche frasi che diciamo quando siamo in ritardo ad un appuntamento. La gestione del tempo è un fattore tanto fondamentale nella vita privata quanto in quella lavorativa. Quando forniamo una scadenza o definiamo l’orario di un appuntamento, cerchiamo di tenerci sempre un margine di sicurezza, in questo modo potremo essere ragionevolmente sicuri di riuscire a stare nei tempi ma… Attenzione a non esagerare perché tenderemo (per natura) ad usare tutto il tempo che abbiamo a disposizione (vedi la legge di Parkinson per approfondire). Quindi, in altre parole, valutiamo correttamente le tempistiche, senza esagerare né dall’una né dall’altra parte; mantenere fede agli appuntamenti, infatti, è il primo segno di rispetto e stima nei confronti delle altre persone, sono il nostro biglietto da visita nei loro confronti.

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