Henry Hazlitt

L’economia in una lezione

“Tutta la differenza fra una buona e una cattiva economia sta - si può dire - in questo grave errore e in questa negligenza. Il cattivo economista ha di mira solo gli effetti immediati; il buon economista guarda più lontano e si preoccupa anche di quelli remoti o indiretti. Il cattivo economista considera le conseguenze di una determinata politica solo nei confronti di un gruppo particolare; il buon economista si preoccupa anche delle conseguenze che tale politica può avere sull’intera collettività.”

Breve, informativo e straordinariamente prospettico, questo volume individua con precisione e chiarezza gli errori diffusi nell'interpretazione dei fatti economici. Le idee sbagliate, sebbene misconosciute, mantengono una notevole influenza. In passato come oggi, la politica economica non è immune dall'essere condizionata, se non addirittura determinata, da errori logici sottoposti all'implacabile analisi di Hazlitt.

Il libro, come suggerisce il titolo stesso, mira a fornire un'introduzione ai principi fondamentali della scienza economica. Hazlitt considera molte teorie circolanti – anche se possono sembrare innovative o avanzate – tanto antiche quanto banali, sebbene presentate in forme attuali. Questo, secondo lui, conferma la verità della massima: "chi dimentica la storia è destinato a ripeterla".

Hazlitt preferisce soluzioni basate sulla libera cooperazione individuale. In particolare, offre una critica dettagliata delle politiche keynesiane. La sua difesa argomentata del libero mercato e dell'iniziativa individuale senza restrizioni, in contrasto con qualsiasi nuovo "mercantilismo", rende il libro "L'economia in una lezione" altrettanto rilevante oggi quanto sessant'anni fa.

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